L'importanza dei fondi pensione

Entriamo in una nuova mentalità: la previdenza pubblica sta morendo

“E’ incredibile come cambia la vita se la palla va oltre la rete o torna indietro, no?”. Così recitava il famoso film di Woody Allen, Match Point. Un film dove una partita di tennis è la metafora della vita: la vita è una partita dura, lunga, a volte magari decisa dal destino, ma nella maggior parte delle occasioni siamo noi ad essere padroni del nostro destino. Nel tennis solo il fato decide se la pallina, una volta toccato il nastro della rete, debba cadere nel nostro campo o nel campo dell’avversario; è il fato a decidere chi vincerà il punto. Ma la vita è diversa, e noi possiamo realmente decidere, con azioni concrete, dove andrà a cadere la pallina che ci farà vincere o perdere il match della vita.

Dobbiamo uscire dai retaggi che vedono la terza età come un punto di arrivo, quasi da lasciar andare via. Quando si va in pensione non si diventa vecchi, sta solo iniziando una nuova fase della nostra vita. Oggi la vita media si è allungata e continuerà a farlo, in alcuni casi la durata della pensione addirittura si avvicina alla durata della vita lavorativa. Ciò significa che questa nuova vita va curata esattamente come curiamo la nostra “vita precedente”; è fondamentale arrivare “freschi” a fine partita, per poter spingere la pallina nel campo avversario e vincere il match.

Una volta, ma parliamo di tempi passati che non torneranno più, la pensione pubblica era sufficiente a garantirci lo stesso tenore di vita che abbiamo avuto durante la nostra vita lavorativa. Questo non sarà più possibile per due fondamentali motivi: innanzitutto, se parliamo di una persona con una carriera lavorativa in crescita, il rapporto tra pensione ed ultimo stipendio percepito sarà basso, perché i contributi versati non riusciranno a seguire gli incrementi di salario. Ma il motivo più importante è l’introduzione, avvenuta nel 1995 con la riforma Dini, del sistema contributivo: senza addentrarci nei tecnicismi, per motivi di tempo e spazio, con questo sistema i cittadini italiani percepiranno una pensione, secondo le stime di molteplici aziende di statistica, pari al 55/60% dei contributi versati. Precisazione importante: ciò vale solo per chi ha meno di un anno di contributi al 31/12/1995, mentre per la restante parte varrà ancora il sistema retributivo o il sistema misto, a seconda dei casi.

Come appena detto, la pensione pubblica non sarà più in grado di garantirci lo stesso tenore di vita. Ipotizziate di guadagnare 2000 euro al mese e di fare un certo stile di vita in relazione a quel guadagno; un bel giorno, il primo giorno di pensione, vi svegliate ed andate a ritirare l’assegno, e su quest’assegno invece di 2000 ci sarà scritto 1200, se siete fortunati. A nessuno farebbe piacere. Come si fa quindi a prendersi cura della propria nuova vita post lavorativa in modo da non ritrovarsi spiazzati, costretti a dover cambiare radicalmente le proprie abitudini (e magari quelle dei figli o dei nipoti), ed avere la forza economica per spingere la pallina oltre la rete? La risposta è chiara: con i fondi pensione.
I fondi pensione non sono nient’altro che fondi comuni di investimento i quali investono in strumenti finanziari i contributi dei lavoratori. La loro attività è del tutto simile ad un fondo di investimento classico, con i relativi guadagni o perdite a seconda dell’andamento del fondo nel mercato finanziario globale. La differenza è che questi fondi sono vincolati all’età pensionabile, raggiunta la quale erogheranno una prestazione pensionistica al contribuente.

Ultimo ma non meno importante, il vantaggio fiscale è notevole: non sono gravati da imposte di bollo, i contributi versati sono deducibili nella dichiarazione dei redditi e la tassazione della prestazione pensionistica va dal 15% al 9%. Come detto prima, non è scopo dell’articolo addentrarsi in tecnicismi, ma prossimamente approfondiremo questo aspetto e, numeri alla mano, quantificheremo il vantaggio fiscale annuo per i sottoscrittori di fondi pensione. Lo scopo di questo articolo è far capire a tutti i cittadini italiani l’importanza di curare la propria pensione, perché lo Stato non è più in grado di farlo. E noi dobbiamo farlo subito, perché se ce ne occupiamo troppo tardi, non avremo abbastanza anni lavorativi per poter versare contributi sufficienti a garantirci una serena pensione.

“Non potete evitare di invecchiare, ma non dovete per forza diventare vecchi” (George Burns)

RUBRICA CONSIGLI FINANZIARI
a cura del Dott. Jacopo Giovannoli
Consulente Economico e Patrimoniale
Ufficio di Latina: Corso della Repubblica, 197
Cell: 3341012224 – mail: jacopo.giovannoli@pfwidiba.it

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