Combattimento e CrossFit, due discipline dove l’allenamento “AEROBICO” diventa “DOPING NATURALE”

nella foto: Tiziano Pugliese

Articolo a cura di Tiziano Pugliese, docente di educazione fisica e sostegno presso l’I.C. A.Volta di Latina, presidente e direttore tecnico della A.S.D FULL KONTACT LATINA, società, che dal 1993 si occupa di kickboxing, prepugilistica ed allenamento funzionale

 

Non voglio parlare di chimica e nemmeno utilizzare termini troppo tecnici. L’obiettivo è quello di rendere immediati e comprensibili alcuni concetti, ma soprattutto suscitare curiosità nel lettore/preparatore atletico, che poi mi auguro approfondirà tramite veri e propri lavori specifici su campo.

Passatemi solo tre concetti base che conoscono praticamente tutti. 

Allenamento ANAEROBICO ALATTACIDO, enorme intensità protratta per non più di 10/15 secondi ( lancio del peso, del disco, powerlifthing, etc…) senza produzione di acido lattico.

Allenamento ANAEROBICO LATTACIDO, lavoro di grande intensità, protratta per non più di 120 secondi (400 metri piani, gare di nuoto sotto i 120secondi, etc..), dove invece viene prodotta una certa quantità di acido lattico…o ti fermi o ti ferma il muscolo.

ALLENAMENTO AEROBICO, lavoro che si protrae per più di 2minuti fino a delle ore, senza produzione (o quasi), di acido lattico. 

Detto questo, ogni disciplina si differenzia sopratutto per come vengono stimolati, tramite  l’ALLENAMENTO, questi tre “sistemi energetici”. 

Ho osservato, soprattutto nel campo della kickboxing e del CrossFit, atleti molto preparati, con una elevata resistenza allo sforzo e con livelli di forza molto apprezzabili, che in competizione non riuscivano a dare il massimo, nonostante allenamenti “mirati”. In sostanza dopo i primi minuti svolti alla grande, cedevano alla stanchezza. 

Questo perché, nelle discipline o nelle competizioni con carico di lavoro intenso “ANAEROBICO ALATTACIDO” o LATTACIDO, che si protraggono per almeno DUE o più riprese,  ma soprattutto in quelle che sfruttano tutti e tre i sistemi energetici, pensate alla Kickboxing, pugilato, calcio etc.. (che io personalmente considero comunque discipline AEROBICHE, perché bisogna tener conto dell’azione e della durata “globale” della performance e non solo di determinati momenti), viene a mancare quasi sempre la componente “AEROBICA”, ossia il “TORRENTE” attraverso il quale il nostro organismo recupera. 

Prendiamo tre discipline, ma lo stesso vale per tutte quelle con tempi analoghi, Kickboxing, pugilato e CrossFit, le quali sono sottoposte a competizioni estenuanti, come estenuanti sono anche gli allenamenti in palestra. Quasi tutti i preparatori però, puntano sull’esercizio, ossia non pensano alla preziosa ed importantissima fase del “RECUPERO” anche se minima, che potrebbe davvero fare la differenza.

In sostanza, sono pochissimi gli atleti di queste discipline, che prima di attaccarsi ad una sbarra (CrossFit) o cominciare a lavorare al sacco (kickboxing), hanno provveduto con lo stesso zelo alla pianificazione del lavoro “AEROBICO”. 

Voglio farvi un esempio. Nelle gare di CrossFit, come nella Kickboxing, ci sono delle pause (brevi o brevissime che siano), durante le quali l’organismo si rigenera, o tenta di farlo.

Se in quel momento (nella kickboxing ce ne sono anche durante il combattimento, e non solo all’angolo durante il minuto di recupero), abbiamo un sistema “AEROBICO” molto sviluppato e “SPECIFICATAMENTE ALLENATO”, la ripresa successiva agli attrezzi o sul ring, sono di gran lunga più performanti, é come se il fisico fosse “DOPATO”. 

Un potente sistema “AEROBICO” serve ad apportare più ossigeno e nutrimento ai muscoli e a smaltire più in fretta le scorie accumulate durante lo sforzo… “UNA BOMBA ALLO STATO PURO”.

Attenzione però, anche la preparazione AEROBICA deve essere “SPECIFICA”. In sostanza non basta “correre” o andare in “bicicletta” (comunque ottime metodologie), bisogna fare attenzione alla disciplina.

Se pratico la kickboxing o CrossFit, muovo braccia e gambe, quindi la preparazione AEROBICA deve prevedere il coinvolgimento di tutto il corpo, di tutti i distretti muscolari. Andare in bici o correre quindi, diventa riduttivo, utilizzare BIKE che fanno muovere braccia e gambe invece, praticare nuoto (crawl e dorso), oppure un “sapiente ed attento lavoro “FUNZIONALE”, risulterebbe di gran lunga più performante.

Un potenziamento AEROBICO con i fiocchi, non é la classica corsetta della domenica, o il raggiungimento del classico “STEADY STATE”, ma un vero e proprio lavoro “estenuante” che bisogna fare con preparatori esperti che sanno monitorare, tramite moderni cardio-frequenzimetri, i risultati ottenuti, ma soprattutto spingere i loro atleti in determinati momenti e nei giusti tempi, ad “AFFACCIARSI” nella “zona anaerobica”, per poi tornare ai livelli aerobici di soglia. E non preoccupatevi del discorso sulle  fibre bianche e rosse, per modificare le loro caratteristiche, occorrerebbero anni intensi di lavoro specifico e magari nemmeno basterebbero, se alternati con gli allenamenti di routine poi…

Ma c’è di più. Se facciamo tutto ciò, è per “caricare” più in fretta i muscoli di ossigeno e liberarli più velocemente dalle scorie, quindi battere l’avversario.

Ma per ottenere il massimo dall’atleta, bisogna lavorare anche sull’ALLUNGAMENTO, e non parlo del classico stretching, che se NON svolto lontano dagli allenamenti e dalle gare, risulta più dannoso che altro (questo discorso merita un articolo a parte), ma dell’allungamento e tonificazione dei “MUSCOLI RESPONSABILI DEL CICLO RESPIRATORIO”, quelli intercostali ad esempio, ma anche quelli del diaframma e perché no quelli accessori: sternocleidomastoideo, scaleno, trapezio, elevatore della colonna vertebrale,  piccolo e grande pettorale, dentato posteriore e i tanto acclamati addominali, etc..

Muscoli del genere bel allungati, elastici, al contrario di muscoli contratti, oppongono molta meno resistenza, facilitando il flusso respiratorio, che coincide con l’ingresso di maggiore ossigeno e la conseguente e più potente emissione di anidride carbonica… un allenamento alla PELLIZZARI per intenderci.

Ecco perché quando gareggiamo contro atleti che si stancano meno di noi e ci battono, pensiamo che  “SONO DOPATI”… invece magari, hanno solo preparatori migliori. 

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