Uscito il saggio “San Francesco e San Tommaso visti da Dante: una rivisitazione problematica”

Aldo Onorati parla ancora di Dante con un nuovo saggio

prof. Aldo Onorati

È uscito, con la prestigiosa Società Editrice Dante Alighieri, un nuovo saggio del prof. Aldo Onorati sul Sommo Poeta: “San Francesco e San Tommaso visti da Dante: una rivisitazione problematica“: E’ un testo breve (100 pagine) e costa 8 euro. Abbiamo seguito in questi mesi il lavoro di Onorati come consulente dantista per lo storico Calendario dei Carabinieri, che tira oltre un milione di copie ed è tradotto in dieci lingue, arabo compreso. Il professore ha partecipato alla stesura di un volume sul settimo centenario della morte dell’Alighieri per la TASS (Russia), e sta pubblicando, con Massimo Desideri, per la stessa editrice specializzata sull’Alighieri, degli studi per le scuole superiori sulla “Divina Commedia” (sono usciti già Inferno e Purgatorio). Nella presente monografia Onorati affronta due scottanti problemi: la povertà di san Francesco e il rapporto fede-ragione dopo San Tommaso. La prefazione è del direttore della collana dantesca Massimo Desideri e l’introduzione è del critico letterario Fabio Pierangeli dell’Università di Roma Tor Vergata. Iniziamo con San Francesco. Perché il Sommo Poeta, parlando di lui, si basa solo sulla scelta da parte del Santo di vivere in assoluta povertà, tralasciando tutte le altre virtù di Francesco? Per una polemica diretta – dati i tempi – contro la Chiesa dell’opulenza, la quale seguiva la teologia della gloria, mentre Dante e San Francesco guardavano alla teologia della Croce. La seconda parte, più complessa, riguarda il rapporto fede-ragione, problema molto vivo sul finire del Medioevo.

Qui Onorati affronta con dimostrazioni incontestabili quanto Dante si allontani da San Tommaso, pur derivando da lui il sistema filosofico della Scolastica. Il filosofo d’Aquino cerca di conciliare la ragione con la fede, mentre il Poeta fiorentino dichiara esplicitamente la superiorità della fede sulla ragione. Dice, nel terzo canto del Purgatorio, che se non ci fosse stata la Rivelazione, l’Incarnazione, cioè la nascita di Cristo, nessun pensatore sarebbe arrivato a concepire il mistero della Trinità. Se l’uomo potesse arrivare da solo a comprendere Dio, non ci sarebbe stato bisogno che Maria generasse il verbo Incarnato. Inoltre, Virgilio, il quale rappresenta la ragione, a un certo punto del Purgatorio, viene affiancato dal poeta Stazio, simbolo della fede. Come significare che Dante non sarebbe stato in grado, insieme al solo Virgilio, di salire al Paradiso Terrestre. Lì, i due autori latini scompaiono, e viene Beatrice a farsi guida del Pellegrino. Ma anche l’allegoria della filosofia (Beatrice), giunta nella Rosa Mistica, si fa da parte, lasciando il posto a San Bernardo di Chiaravalle (cioè al misticismo, che prevale sulla speculazione teologica), e San Bernardo implora la Vergine di permettere a Dante di vedere Dio. Come sappiamo, il prof. Aldo Onorati è un lettore talvolta scomodo della “Divina Commedia”, ma proprio per questo è ormai considerato uno dei più significativi dantisti dei nostri giorni.  

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